Quande tutti, ripetevano, più fatale a Montedomini, che altri posti possibili, se lo fosse, sostenevano, in un altro ospedale, egualmente probabile una morte qualsiasi, Montedomini sicuro, dimostrato dai fatti, come sempre succedeva tra i degenti obbligatori, che ce n’era, dice, kilometri, camerate sterminate di degenti addizionali in istato d’attesa, o per cause cardiopatiche o di assenza cerebrale, poco importa le ragioni, si descrive le ragioni, e rimane tutto uguale, mentre ci era queste camere immense, for di misura, di malati staminali, alla fine delle cure, l’è, diceva, ormai esaurito, il periodo delle cure, troppo a lungo li curarono, venne il tempo di cessare, solo pochi ne restavano, che venissero trattati, provenuto dai parenti, il mandato coercitivo, o se invece preferivano che rientrassero alle case, se rientraste, ripetevano, nell’inferno delle case, non soltanto non potevano che venissero assistiti, anche fosse icché lo fosse, sempre meglio, ripetevano, che l’inferno delle case, nelle case, minacciavano, no soltanto non trattati in nessuna terapia, ma egualmente abbandonati, dalla mattina alla sera, l’è la sera che tornavano, le famiglie dei figlioli, dopo l’ore, gli berciavano, di durissimo lavoro, vi si chiude, minacciavano, se si vole riposare, e li chiudevano negli armadi, in mezzo a cappotti, coperte, eccetra, che ci stavano, dice, anche le tarme, e comunque molto meglio non pensassero tornare, come infatti nessuno, levati qualcheduni che vivevano soli, che ci avevano, dice, la fortuna di stare soli, o che fosse tutti morti, famiglie, parenti, vicini, eccetra, o che fossero scappati di casa quande fu il tempo, ora almeno ritornavano, alle case, solitari, s’è levato la corrente, avvisavano il comune, l’acqua, il gasse, sigillavano, non evessero a rientrare, ma la massa rimanevano, no soltanto inverosimile che sortissero, ma anche quelli lo volessino, impossibile ottenere che lo potessino, vi si portano domani, dice, i fogli, dicevano, c’è svariate procedure, mentre intanto li trattavano, vi si tratta, sostenevano, terapie cautelative, di natura obbligatoria, in pratica, attuata dal Comune, l’è il Comune ad attuarla, per il bene generale, non esiste, ripetevano, trattamenti ultimativi, li trattavano soltanto per misura preventiva, tanto, dice, lo ignoravano tutto quello si svolgeva, solo, cose, si sapesse, il momento che venivano, e basta, mai nessuno lo sapesse il destino proveniva, ma nessuno la cambiasse, la maniera procedeva, anche fosse, se lo fosse, si polesse si sapeva, avveniva s’attuasse, senza altro concepibile, come, tutto, a agni modo, uguale a un-nonnnulla fluttuante, nello spazio siderale, se lo fosse intuibile, o piuttosto, più simile, un nebbioso come alone di solo vuoto, da per sempre, in eterno, pervadente ogni cosa…
novembre 28, 2015
MONTEDOMINI
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Alvise Scopel
Firenze
ho un cane: si chiama Emma
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